lunedì 26 dicembre 2022

Fire exit

"Che vuoi che ti dica amica mia, eravamo folli, folli. No, credimi, non era neppure più una questione di sesso. Che poi, uhm, a pensarci bene, non lo è mai stata. 

Nei sei stata testimone anche tu carissima amica mia, ricordi? L'aria intorno a noi era satura di elettricità e i nostri sguardi potevano rimanere incollati per ore, capaci di parlarsi senza pronunciare una parola. Dopo, oh dopo eravamo esausti, come se avessimo trascorso notti e giorni assetati e affamati e insonni a sopportare una tensione tale che avrebbe folgorato chiunque altro. Se ne accorgevano uomini e cose, potevamo spostare città e montagne. L'Universo si piegava al volere del nostro desiderio incontenibile. 

Che dirti amica mia, non ho risposte alle tue domande. Non lo so perché è accaduto quello che è accaduto: so solo perché è finito. 

Era questione di sopravvivenza, capisci? No, non capisci, va bene, hai ragione. E allora ecco, fammi pensare... come spiegare che, insieme, eravamo soggiogati da una malia? eravamo demoni posseduti, respiravamo l'uno dalla bocca dell'altra, bevevamo l'una la saliva dell'altro. Fondevamo e implodevamo in abbracci indemoniati che dell'amore non avevano nulla. Era una malattia, la malattia del possederci e del sedursi, con ferocia, come bestie. Per necessità. Perché non sapevamo farne a meno. Lui voleva bere il mio sangue e io volevo che fosse suo. A questo siamo arrivati. Ricordo l'eccitazione del predatore negli occhi, le labbra rosse, la confusione dei sensi, le gambe che si piegavano - in ginocchio, come una schiava. Governo la rotta del tuo desiderio - sono io la padrona. No, non è un'esagerazione, è quello che accadde. Ed è stato quello anche il punto di non ritorno: dovevamo salvarci. Da soli. Eravamo ormai ammalati e non parlo per metafore. Scontavamo ogni minuto d'amore con giorni di febbre, come se il nostro corpo supplicasse ristoro, e pace. E noi, invece, ci facevamo la guerra. Volevamo la guerra, volevamo annientarci, eravamo diventati due cannibali. È per quello che è finita, capisci ora vero? Mi chiedi se è stato un bene incontrarsi. Certo che lo è stato. Guardami ora: sono salva, e me ne prendo ogni merito. 

Cosa è stato per lui, mi chiedi? Non lo so, mia cara, non lo so. Potrei dirti: è stato pioggia e fuoco, e poi vento e tuono. E poi eco e poi ricordo, ma lui direbbe che è stato vuoto e mai pieno. Gli lasciai uno specchio, un dado e una lettera: credo abbia usato tutte e tre le cose per esorcizzarmi. Siamo stati fortunati a incontrarci, amica mia carissima. E più fortunati ancora ad allontanarci. Sei d'accordo, vero?"

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