venerdì 24 febbraio 2012

Temperature percepite (The show must go on) Freddo e attivitá all'aria aperta


Ricordando a tutti voi che Belfast é pur sempre una cittá di mare (ve n'eravate accorti? brrr), si capisce perché numerosi "indigeni" non mancarenno l'occasione di invitarvi a fare surf, rafting o una piú banale pesca subacquea.
Messa li cosí, da un vostro collega o dal vostro vicino di casa, maledirete l'accento e chiederete ancora una volta di poter ripetere, please.
Avete capito benissimo, ma c'é qualcosa che lui dà per scontato. Un po' come per voi il fatto che il caffé sia espresso e talvolta dimenticate di dirlo.
Ci vuole una muta.
Ovviamente ne esistono di estive e di invernali, ma scommettiamo che quella invernale diventerà la vostra "quattro stagioni" preferita.

Qualche anno fa ho fatto il bagno nella Manica ad agosto. Da buon italiano non ho resistito e pur non avendo il costume con me, mi sono tuffato in mutande.
Ero convinto che mi sarei abituato prima o poi alla temperatura dell'acqua, ma ad un certo punto avrei preferito aspettare la morte.
Per sopravvivere, quindi, vi occorre una muta. Purtoppo vi toccherá spogliarvi all'aperto e indossarla sulla spiaggia con gli altri, sebbene potreste metterla già a casa sotto i vestiti, come si fa con il pigiama quando a scuola fa freddo (Laura ha visto cose...in Italia, stavolta).

Io ho sempre schivato gli inviti, usando come scuse i colpi d'aria e la cervicale, ma provate a tradurli voi!
(Qualche folle ha cercato di tradurre anche: cambio di stagione e maglia della salute)

Comunque sia, presto o tardi, l'estate arriverà. Con l'aria condizionata rigorosamente a palla dal 1 marzo si potrà soffrire il freddo quando meno ce lo si aspetta.
In realta, la primavera puó essere piacevole e anche l'estate talvolta é mite. A giugno di 2 anni fa una volta ho sudato, ma non vi aspettate che fossi in costume e ciabattine.

Come antidoto al freddo, cerco sempre di ricordare le parole di un amico marocchino che mi accompagno in aereoporto la prima volta che partii per l'Irlanda.
Per fugare i miei timori sull'inverno d'Oltremanica mi raccontó della sua esperienza nel deserto come militare di leva, 40 gradi all'ombra.
Mi disse: "Poi ti abitui" e io pensai avesse ragione. Ingenuo.

sabato 18 febbraio 2012

Perché Sanremo é Sanremo

I tre giorni in cui l'Italia vive appesa alla volubilità dell'etere ed in cui: critica, legge, discute e scrive solo del festival di Sanremo.
Un unicum mondiale.
Ad esempio, per il solo fatto di essere italiano, riesco a vedere il festival della canzone da Belfast, pur senza aver orientato la parabola. E dato che mia moglie scrive di film che non ha mai visto, io merito senza dubbio di poter scrivere questo post.
La prima notizia che ha fatto discutere é stata la conduzione affidata a Gianni Morandi, ma già si vocifera per l'anno prossimo il grande ritorno di Mike Buongiorno, evocato direttamente dall'aldilá. Nessuna indiscrezione sul cachet.

La vetustitá del festival pare sia dovuta al regolamento. In esso si asserisce incontrovertibilmente che i candidati alla conduzione debbano aver fatto la campagna del Piave.
Risultato? Il festival di Sanremo é talmente lontano dai giorni nostri che questo post puzza di vecchio prima ancora di essere pubblicato.

Immancabile la presenza femminile.
Come in molti hanno ribadito, non c'é festival senza vallette. Quindi, nonostante il caso si sia messo di traverso e la Mrazova sia all'ospedale, due disposte a comparire insieme ad un vecchio si trovano sempre (mai immagine fu più rappresentativa per il Paese).
La scomparsa delle vallette, tanto agognata dalle femministe piu intransigenti, rappresenterá una svolta per la nostra disastrata nazione ancora piú di una "lady di ferro" capo del governo.

Capitolo Celentano.
Farfuglia, incasina, ma fa cosí perché é ancora giovane. L'anno prossimo Noschese, che é piú misurato.
Una domanda: come si puó commissariare una trasmissione televisiva?

Chiudo con la grande protagonista del festival: la musica.
Non pervenuta anche questa volta.

Vi lascio con una chicca: le indiscrezione per l'anno prossimo. Si vocifera che il festival di Sanremo andrà in onda in bianco e nero, con tanto di Sigillo Regio di casa Savoia in sovra impressione. W la tradizione.

giovedì 16 febbraio 2012

These Happy Days are yours and mine

Ho scoperto che mi piace leggere.
"Happy days" direbbero qui, come a dire: "Embeh?" oppure "Bravo...".
Sarà che la lettura l'ho sempre vista importante, impegnativa. Non necessariamente pesante, ma comunque intrisa di una propria funzionalitá didattica che non le consente di essere trattata con leggerezza, neanche se é Bukowski.
Forse é il risultato di un padre paladino della Letteratura o semplicemente della separazione, tutta italiana, tra didattica e gioco, che ti insegna a scrivere solo leggendo, ancora una volta, "I Promessi Sposi".
Ho così involontariamente formulato l'ipotesi "culturale" Italiana: leggere per imparare a scrivere, appunto. Non ho speranza.

La musica invece é diversa, puoi ascoltare Debussy e rimanere un imbecille (gli esempi di sprecherebbero). In conservatorio ho ascoltato degli autentici virtuosi della musica che parlano solo in dialetto. Di fronte alle mie emozioni, questo era un pregio, un segno di autenticità.
Pur continuando ad interrogarmi su cosa fosse la cultura in Italia, mi sono tenuto sempre alla larga dalla letteratura, almeno quanto basta per riuscire a portare a termine gli studi.

Non sono da molto qui, ma abbastanza da notare che a Belfast la School of Music, (pare che qui non si "conservi" nulla), sia perfettamente integrata con l'universitá, e le facoltá hanno nomi avveniristici e immaginifici come: "Sonic Arts". Quindi l'alternativa esiste.
E io adesso banalmente scopro che mi piace leggere.
I racconti brevi, le storie di due pagine, il blog di ricette delle Sorelle in pentola valgono tanto se sanno darti il fremito che ti tiene sospeso e sognante per qualche minuto. Come nel jazz, é un flusso che passa dalle mani di chi scrive agli occhi di chi legge e poi alle sue mani che scrivono.
Allora leggo per imparare a sognare, anzi leggo per non imparare. Luigi

lunedì 13 febbraio 2012

Temperature percepite (to be continued...) Freddo e abbigliamento.

Per meglio capire la cultura che ci ospita non possiamo evitare di affrontare il problema dei problemi: il meteo.
Ebbene, soprattutto in questo caso, noi Italiani non possiamo che porci come osservatori "esterni"(brr), pur se imbacuccati negli immancabili guantisciarpacappello.

Provare a descrivere il freddo e' sempre difficile, ma in Irlanda del Nord lo é un po' di piú.
Di rado identificato dalla parola cold, é riportato spesso come
Il freddo qui non ha a che fare con l'abbigliamento dal momento che la massima espressione di se, per un Belfastiano di razza, e' indossare i sandali con neve e gelo (Laura ha visto cose...). Alcuni accessori, come ombrelli, sciarpe, cappelli, hanno per lo piú una funzione ornamentale, buttati come sono sul pavimento dei caffé (quando va bene).

Nei luoghi chiusi la maggioranza degli uomini resta in T-shirt tutto l'anno, anche se fuori nevica. In effetti tiene la T-Shirt anche quando va a spostare la macchina, fumare o fare l'alba con gli amici. Tale é l'abitudine a bere una pinta in maniche di camicia, che ogni pub ha istallato un sistema di riscaldamento (a radiatore) sulle pareti esterne, forse sotto pressione del servizio sanitario nazionale.
Fumare sotto la pioggia senza ombrello é una prassi consolidata e imprecare se la pioggia spegne la sigaretta é sport nazionale.
Sia chiara una cosa: il freddo lo soffrono anche gli irlandesi, basta vedere come sono intirizzite le ragazze in minigonna (senza collant) fuori dai pub (a Londra il colore piu di moda per le calze e' il blu ipotermia).
Tuttavia, il vestire "leggero" é il tributo da pagare agli dei per la "corrente del golfo".
Se pensate che da qui si vede l'aurora boreale e che, altrove, alla stessa latitudine ci sono gli iceberg, anche voi potreste pensare di omaggiare i vostri, magari voi toccando ferro o facendo corna.

venerdì 10 febbraio 2012

Geografia dell' Ulster

Se sei residente a Belfast o in generale in Irlanda del Nord, farti spedire un pacco dall'Italia é una delle imprese piú ardue che possa dover portare a termine.
Data la meticolositá con qui si deve indicare lo stato (Nord Irlanda), la contea (Antrim), la confederazione (UK) etc, alcuni spedizionieri suggeriscono di inviare a Dublino da un conoscente (chiunque ne ha uno) e recuperare il pacco con altri mezzi.

Le differenze tra Irlanda (isola), Irlanda (repubblica) e Irlanda del nord non sono le sole cose a mandare in confusione i piú.
Proviamo a fare chiarezza sull' argomento. Le seguenti denominazioni esistono (fidatevi) tutte:
• Regno Unito
• Gran Bretagna
• Isole britanniche
• Irlanda del Nord
• Ulster
• Repubblica d'Irlanda
• Isola d'Irlanda

Queste sono entità geografiche tutte distinte, anche se spesso sovrapposte.
Belfast è in Irlanda del Nord, in Ulster, nel Regno Unito e nelle isole britanniche, ma non in Gran Bretagna. É nell'isola d'Irlanda, ma non nella Repubblica.
É una gran casino, e non solo per noi Italiani.
Nessun Nord Irlandese neanche lo ha ben capito, ma glissa di continuo l'argomento temendo di poter essere offensivo per un qualsiasi motivo politico.

Gli Italiani con il termine Inghilterra, invece, intendono qualsiasi cosa sia oltre la manica. Ció é considerato molto offensivo per chiunque viva nelle isole britanniche, eccetto gli Inglesi. Uno scozzese potrebbe leggittimamente uccidervi per questo motivo, (e intendo proprio "legittimamaente" secondo un tribunale scozzese).
Nonostante gli Inglesi (propriamente detti) non si offendano, comunque non condividono questa definizione, dato che identificano con Inghilterra il pianeta terra.

Certo che questo abbia dipanato ogni dubbio, vi lascio in coda un video esplicativo.