venerdì 30 marzo 2012

Belfastiani all'estero: Bruxelles, nel cuore dell'Eurasia

Europa, Africa e Asia in 161 kmq

Bruxelles non è una città che ti colpisce subito. Deve entrarti nel cuore lentamente, e forse riparti anche con la sensazione di non essere stato in un classico "bel posto". 
Troppo poco verde, troppe strade a scorrimento veloce, troppe automobili, troppi edifici mitteleuropei. Una Vienna gigante e anche una Francoforte  in miniatura; una metropoli africana in piccolo; un'Amsterdam di due strade; una Basilea di scorci e qualche fontana. 
Poi, comincia a piacerti questa città strana, che sembra la somma di tutto e di niente, che può essere chic e colorata, dai profumi di souk turco e spezie africane, cozze, patatine e fricandel.
Magari, in ossequio ai suoi migranti, ti regala anche quattro giorni di sole intenso e afa del Sud: e se hai preso un aereo da Belfast per arrivare "Giù al Nord", capita anche che devi correre a comprare un paio di infradito!

L.





venerdì 16 marzo 2012

Tutti i mezzi per raggiungere l'Italia

Mezzo di trasporto alternativo: verde ed economico.
Puó abbassare il carbon footprint piú del cellulare a manovella.
Chi vive lontano dalla propria cittá di origine si vede spesso costretto a viaggiare.
La ripetitivitá del percorso ci fa credere di poter scoprire mezzi e rotte alternative.
Noi vi offriamo di seguito le nostre opzioni di viaggio Napoli - Belfast.
E voi, cosa avete inventato?




Opt 1
Treno (?) notturno Trenitalia: Napoli - Roma +
Ryanair: Roma - Dublino +
Bus: Dublino - Belfast. 

PROs: É sempre l'opzione piú conveniente (maledetta Ryanair).

CONs: Le possibilità di viaggio con Trenitalia oscillano tra vagoni dimenticati da dio e dagli uomini e che partono solo nelle notti di novilunio o Frecciarossa costosi quanto un aereo.
Avendo preso di rado questi ultimi, posso fare una lista delle cose che mi sono accadute frequentando i primi.
Incontri:
  • Un ragazzo che, entrato nel mio scompartimento, prende con naturalezza un pacco sospetto sotto al sediolino per poi allontanarsi in gran fretta;
  • Croccodile Dandee, il paninaro del Drive-In, Tina Pica e personaggi assortiti che vomitano in un angolo. Tutti insieme si sono ritrovati nella mia stessa sala d'aspetto mentre l'ultima cosa da fare al mondo è cedere al sonno.
Scopri che:
  • Chi dá un calcio ad un tozzo di pane non é detto che dopo non lo raccolga e lo mangi;
  • Per guidare il treno ci vogliono la chiavi, e un macchinista puó perderle in una stazione intermedia tra quella di partenza e quella di destinazione (Laura ha visto cose...). Il vostro destino è, quindi, simile a ciò che accade quando si chiama l'azienda del gas: una vocina interiore vi suggerisce  "Attendere prego" ma senza musichetta di sottofondo;
  • I treni che hanno un ritardo inferiore ai 60 minuti possono sempre essere soppressi; 
  • La nuovissima stazione di Pompei non ha gli scivoli per le carrozzine al  binario 2, pertanto i disabili a bordo nella direzione "sbagliata" sono tenuti ad avvertire in tempo. In questo modo si consentono le operazioni di cambio binario (un'ora di ritardo al minimo) o il reclutamento di volontari per il trasporto a braccia;
  • Come i Transformers, un Rapido puó diventare Metropolitano e viceversa a causa dei ritardi. Il caso viene definito auto-soppressione di un treno... una specie di suicidio.

Opt 2
Aerlingus: Napoli - Dublino (disponibile solo nel periodo estivo quando Orione entra in Capricorno) +
Bus: Dublino - Belfast;

PROs: Si evita il problema di viaggiare in Italia, riservando gli spostamenti su gomma all'Irlanda.
CONs: Non sempre sugli aerei le cose vanno meglio che in treno. Ecco cosa mi é successo durante i vari viaggi:
  • Lo steward sbronzo ha cantato al microfono della cabina "I believe I can fly";
  • I soliti Italiani (non noi) al momento del decollo hanno asserito che mancavano le condizioni di sicurezza per poter viaggiare; hanno chiamato lo steward "ricchione"; si sono fatti trascinare fuori dall'aereo dalle forze dell'ordine;
  • Dopo il classico "applauso di atterraggio", di tradizione esclusivamente Italiana, il pilota, come una rock-star, ha gridato: "Grazie, piú forte, ancora!";
Opt 3
Easyjet: Napoli - Londra - Belfast

L'opzione é molto comoda, ma bisogna essere pronti a saltare eventualmente su una nave per raggiungere l'Irlanda. Una volta, causa neve, io e Laura abbiamo impiegato 3 giorni prima di riuscire a lasciare l'aeroporto di Londra Stansted e rientrare finalmente a casa a Belfast.

Opt 4
Time Machine +
Aerlingus: Napoli - Belfast (scomparso nel 2009), Spanair non pervenuto

Non sempre possibile, dato che a Napoli in pochissimi conoscono "Doctor Who".

Opt 5
Auto: Napoli - Roscof +
Irish Ferries: Roscoff - Rossler + 
Auto: Rossler - Belfast

CONs: Costa una settimana di ferie e qualche bel soldino messo da parte;
PROs:
  • Si attraversa tutta l'Italia (ancora una volta) approfittando della convenienza e del fascino dei piccoli centri;
  • Si può guidare a Le Manse come un pilota Gran Turismo;
  • Nella campagna Francese anglofoba si può parlare come Totó (noio volevan savuoar) senza vergogna;
  • Si scopre che "Giú al nord" della Francia la cultura é Celtica e il paesaggio suggestivo e autentico. Non c'é un antipasto migliore per l'Irlanda;
  • Durante la traversata della Manica si può fingere di essere in crociera come in viaggio di nozze e godersi lo spettacolo a bordo, il bar e il ristorante (noi ci abbiamo provato con successo);
  • Ci si imbatte in un villaggio in Repubblica dove trovare le fragole piú dolci d'Irlanda;
In questo caso, una volta arrivati a destinazione festeggiammo con una bottiglia di vino del Vesuvio, artigianale, unica al mondo e accuratamente nascosta nel portabagagli dell'auto.
Un'altra bottiglia la regalai al mio vicino che, entusiasta, chiamò Domino's per la "pizza", pensando così di fare una cena all'Italiana, sic! Luigi

lunedì 5 marzo 2012

Mangia come parli: la cucina Italiana all'estero

La presenza di un ristorante Italiano é d'obbligo in qualsiasi cittá del mondo. Come pioniera della globalizzazione, la pizza ha raggiunto ormai da tempo qualsiasi angolo del pianeta.

Benché ogni italiano sappia quanto la nostra cucina sia il risultato di prodotti freschi e locali, si ostina a mangiare nei ristoranti Italiani all'estero. Forse per il solo gusto di dire: "il ragú non si fa cosí" e finire per discuterne animatamente con un altro italiano. In realtá nessuno dei due ha mai cucinato il ragú, ma come é quello di mammá ...

Si tratta di un argomeno preso molto seriamente dai nostri amici esteri: essere italiani implica essere poco meno di uno chef professionista, per "diritto di nascita". Uno, ad esempio, si é talmente mortificato per aver aggiunto del pepe sulla pizza in presenza di italiani in un ristorante italiano che, quando ricordiamo insieme quell'episodio, mi dice ancora "Sorry".

I limiti culturali che ostacolano l'integrazione "gastronomica" riguardano la percezione di completezza del pasto. Gli Italiani spesso considerano un pasto completo solo se c'é la pasta, mentre in molti paesi del nord questo succede con la carne.
Ne consegue che anche i piatti cucinati all'italiana tra stranieri devono avere un po' di carne.
Nascono, così, delle improbabili accoppiate come gli "Spaghetti con polpette", immagine cliché della cucina italiana e mai visto dalle nostre parti. Senza contare una ricchissima varietá di ricette traducibili in italiano con la sola parola "pollo".
Io e Laura abbiamo scoperto in Massacchussets che si possono riempire anche 2 pagine di menú con tanti nomi "fancy" da dare al pollo.
La dicitura Main Course, (Piatti Principali: all'estero non si fa distinzione tra primi e secondi) molto spesso potrebbe essere tradotta come "Chicken Course" senza fare torto a nessuno.


Piuttosto, un antipasto (o contorno? mah...) che di Italiano non ha neanche il nome é la Cesar Salad, imprudentemente tradotta talvolta come "insalata di Cesare", anch'essa presente nei menú di ogni ristorante italiano a Belfast.
Incuriosito dal nome classicheggiante, una volta l'ho ordinato. É pollo.