venerdì 15 dicembre 2017

Cinema e nuvole

Vi ricordate la storia degli alcolici? Ad ognuno poteva corrispondere un momento saliente della mia vita.
Ecco, lo stesso gioco lo potrei fare con i film. Meglio, con l'andare al cinema a vedere film, un'abitudine ormai consolidata che devo in toto ad un mio ex fidanzato.
Il punto e' che -ammettiamolo- la vita e' fatta di prime volte.
Quindi finisci per ricordare ogni piu' piccolo dettaglio di film e serate trascorse con gente che hai visto talmente poco che puoi contarne le ore, rispetto ai lunghi anni di frequentazioni assidue a cineforum.

In questi ultimi giorni sto andando a cinema da sola, e non mi dispiace affatto.
Via libera ai flashback, via libera ai ricordi.
Come quella volta in cui mi hanno trascinato a vedere un episodio della saga dei Pirati dei Caraibi, da me allegramente snobbata fino a quel momento. Mi dovetti ricredere e dovetti recuperare in poche notti. La bussola che punta a "Cio' che piu' desideri al mondo" avrebbe puntato all'oblio ma si sarebbe persa in notti fatte di cocktail con la Redbull, incontri estivi, corse sui tetti - e intendo letteralmente, tetti e corse.

O come quella volta -unica a dire il vero- in cui la cinefila che e' in me anziché guardare il film si perse negli occhi del proprio accompagnatore. Povero Ozpetek. Sacrificato in nome delle bugie che ci raccontavamo, dei baci, delle promesse; incuranti degli  spettatori, senza che ci accorgessimo che eravamo già alla fine, senza che ci fosse stato un principio, un mentre o un poi.

C'e' gente con cui non condivido realmente una storia ma un film. O meglio, con cui condivido lo spazio di un film.
Come Sergio Leone e C'era una volta in America, ad oggi forse IL film per eccellenza nella mia personale classifica, ma visto troppo tardi, troppe volte, troppo intensamente con troppi pop corn e troppe discussioni.

Che la prova del nove per frequentare qualcuno fosse invitarlo al cinema e' palese.
Possibilmente a qualche visione astrusa, d'essai o comunque fuori dai soliti circuiti. Per testarne la resistenza, forse, ma anche la propensione ad innamorarsi dell'arte.
Perche' io mi innamoro proprio di un fotogramma o di una storia, di una luce, di un personaggio o di una citazione e quando questo accade, ecco li' un nuovo universo che si spalanca. Un frammento che si aggiunge alla stratificazione di senso di cui impregno i miei giorni felici.

Ricordo di quando portai mia madre a una rassegna di film francesi; ricordo il mio primo lungometraggio in lingua originale
a Belfast e l'insofferenza per il doppiaggio che ho sviluppato da quel preciso momento.
Ricordo il primo film visto con mio marito - e conservo ancora quel biglietto. Non ricordo la storia ma so che rimanemmo per ore a parlare di Kurt Elling nel parcheggio del multisala dopo la proiezione.
Non esattamente un luogo poetico, ma la poesia era in quel jazz dolce che ascoltavo per la prima volta.
Ricordo il cinema negli Stati Uniti, a Waltham, che sembrava fermo agli anni '40. Luogo ideale per vedere il buon Scorsese di Victor Hugo, decisamente magico in quel contesto. Gravity visto in crociera. Fanno parte dei ricordi teneri un paio di film visti a Roma, quando fantasticavo su chi si sarebbe unito per la visione, ignorando all'epoca che il buio condiviso di una sala avrebbe fatto da cassa di risonanza a troppi pensieri taciuti.

Stasera ho visto Smetto quando voglio ed e' stato davvero buffo ripensare a quando conobbi il regista, allora un ragazzetto come me. Una rassegna di cortometraggi ad Apice, a cui partecipavo come giurata. Non ho memoria neppure di un corto ma del Taurasi ingollato per tutta la sera be', di quello si'. Delle risate con Sidney, delle email con la mia amica per organizzarci a quel piccolo evento, della festa che segui', oh anche di tutto questo, si'.
Sidney Sibilia e' al suo terzo film di successo e io al mio ennesimo spicchio di sogno prima di andare a dormire. Grazie Sidney, perché è anche merito tuo se vado a letto stasera e posso raccontarmi una storia della buonanotte!

 "Age cannot wither her nor custom stale her infinite variety".