venerdì 8 febbraio 2013

Diventare settentrionali


L'italiano emigrante moderno, qui ne trovate un assaggio, nel suo triste esilio in Nord Europa, può  sviluppare alcune serie patologie, spesso riassunte volgarmente con il nome di comesidiceinitaliano.
In generale, infatti, è caratterizzato da difficoltà nel linguaggio. 
Inoltre, il concetto di spazio e tempo si confondono.  Potrà quindi rispondere a semplici domande con un: "ma qui o lì?", "ma su o giù?", "ma noi o loro?"

Per aiutarvi nell'individuazione della malattia utilizzerò  un approccio scientifico e mi affiderò alle seguenti abbreviazioni da bugiardino:
Anamnesi o Sintomatologia = A
Cura o Posologia = C


A: Bolle scure sulle mucose della bocca.
C: State cominciando a bere tea in maniera continuativa. Il boiler è nato originariamente come strumento di tortura, ma un giorno non potrete fare a meno.
Per proteggervi, ricordate che il tea non è un caffè espresso, osservate gli indigeni e sorseggiate, lentamente, conversando. Quando vi accorgerete di bere tea a ferragosto il peggio sarà ormai passato.

A: Crisi da abbandono e da solitudine. Quando uscite la sera non c'è nulla da fare se non andare al pub.
C: Spostate le lancette dell'orologio di 4/5 ore indietro - avete infatti la fortuna di lavorare "solo" 8 ore al giorno - e rinunciate a tradurre "Aperitivo al Lido".

A: Nonostante gli anni di allenamento non riuscite a bere più di 2/3 birre.
C: Cambiate compagnia.

A: Labirintite, giramenti di testa. Le case di legno vi sembrano traballanti per i vostri standard.
C: Tiratevi su pensando alle zone sismiche.

A: Qualcuno per strada vi ha preso per un polacco.
C: Non c'è nulla che non vada nella vostra acconciatura. Passateci sopra e cominciate a conversare: dopo avervi sentito parlare sicuramente vi catalogheranno come francese o spagnolo.

A: Scrivete gli SMS in perfetto bimbominkia-inglese e il vostro blog si chiama Italians drinking tea.
C: Consultate immediatamente un medico, potreste essere diventati me.

Se poi vi succede di prendere un appuntamento con più di una settimana di anticipo, fissando l'orario con una precisione superiore al quarto d'ora, nessuno vi può aiutare. Prenotate immediatamente una vacanza in Italia e pregate che passi.
Luigi

venerdì 1 febbraio 2013

Reinventando la ruota

Nonostante sia un "software engineer" -non traduco per non incappare in qualche tassa italiana sconosciuta- non mi ritengo un appassionato di tecnologia.
Quando mi viene chiesto se io lo sia, immagino un uomo primitivo accarezzare la propria clava.

Io la clava non la amo, al massimo la uso.

Anzi, trovo molto triste che alcuni annunci di lavoro nell'IT facciano esplicito riferimento alla passione per la tecnologia. Come se aver fatto la fila per comprare l'ultimo gadget possa essere  un valore aggiuto alla propria professionalità.

In generale, ritengo che la tecnologia digitale sia sopravvalutata.
I passi da gigante della produzione industriale degli ultimi 30 anni devono tutto alla letteratura informatica prodotta durante  la seconda guerra mondiale: sto parlando di Alan Turing, per chi lo conosce.
È lui che vi ha cambiato la vita, non i tablet. Ancor meno Steve Jobs, che semplicemente  ve li vende(va) ben confezionati.

Sembra il discorso di uno che rosica. Invece è quello di un "appassionato di scienze", questo sì, che combatte col telefono nuovo perchè per scrivere deve usare il touchscreen.

Comunque non pensate che ce l'ho solo con Steve Jobs. La mia idiosincrasia tecnologica ha radici lontane infatti, ritengo la ruota l'invenzione più sopravvalutata della storia. Molto meglio tronchi e carrucole se non hai ancora inventato la strada. Luigi