giovedì 9 luglio 2015

Altrove, un'altra volta.

Cento, mille addii…
Anzi duecento, duemila addii.
Gli addii sono sempre doppi qui: andata e ritorno. Come i biglietti aerei, che anche quando sai di non tornare conviene comunque comprarli A/R.
Difficile abituarsi, ma se non fosse così non sarebbe un addio.

Tu comunque sei il "frequent flyier" dell’addio e conosci tutti i trucchi del mestiere:
- riconosci sempre la fila più’ veloce,
- non pensi mai all’addio prima che stia accadendo,
- razionalizzi il bagaglio per un controllo rapido e efficiente,
- ti focalizzi sul qui ed ora.

Ciò nonostante finisci sempre col dimenticarti gli spicci nella giacca al metal detector, ed il viaggio diventa piano armonico dell’addio, la volta che amplifica e proietta la solitudine di chi non vuol essere solo.

Almeno non ora, almeno non qui.
Luigi


martedì 7 luglio 2015

La musica fa

Il silenzio prima dell’applauso dura un tempo indefinito.

L'istante in cui la musica finisce, l'arte si materializza, e, diventando compiuta, svanisce. Ma subito dopo, nel limbo, cosa c'è?

In quella "inflatio" prima dell’esplosione, quando la voce é stanca e le mani fanno male...
Non esistono strumenti musicali, c'e' solo il corpo: cervello, cuore e sudore; e la musica, il suo direttore.


Quando é allo stesso tempo troppo presto per tornare a studiare, ma anche troppo tardi.

Perché quando finisce la musica non ha importanza che ti sia piaciuto o no, lei ti ha semplicemente usato, e da attento artigiano sei stato trasformato nella confezione, neanche troppo bella, di un regalo che non é per te.
La musica é un’amante esigente e bugiarda: é una stronza!
Luigi