martedì 4 marzo 2014

Italia sogna e sogna Italia

Che poi, diciamocelo, basta poco a scatenare la fantasia. Una mano in tasca, l'aria un po' spavalda, un sorriso sornione e qualche parola ben calibrata. Potenza dell'immagine che rimanda l'idea che chi è lì è perfettamente a proprio agio, padrone della situazione. Puoi sedurre una donna o una nazione. Sì, mi piace un leader politico che seduce. Mi piace la costruzione di un "principe" machiavellico specie se non si tratta del solito "uomo forte".
Un esempio, eccellente perché incompiuto, ce l'ha fornito Kennedy. Gli perdoniamo "Happy birthday Mr. president" e non per invidia ma per genuina simpatia. Se Berlusconi ha fatto innamorare per un desiderio di emulazione stavolta il meccanismo è meno perverso.

Ha a che vedere con la creazione di un nuovo mito. Il quale, se ben raccontato se ben interpretato, rappresenta un'arma vincente per la leadership. D'altra parte questo strumento acchiappa-consenso non deve parlare alla razionalità. Quando ti innamori puoi perdonare un fallimento. Anche una dimenticanza o un difetto.
Quella mano in tasca potrà esser stata una strategia di comunicazione o un riflesso personale ma, in entrambi i casi, è l'aria strafottente -solo un poco, solo il giusto- ad aver catturato la mia attenzione. Il meta-testo si svincola da rughe, cerone, doppiopetto; dimentica il contenuto, il linguaggio, la parola e costruisce l'icona.