venerdì 31 agosto 2012

Birra o Tè? Il dilemma estivo di un'italiana a Belfast

A prima vista sembra una domanda oziosa: birra o tè? Nella realtà, le implicazioni pratiche che la risposta comporta sono notevoli. 
Diciamo che ho iniziato a pormi seriamente la questione durante questa (breve) estate nord irlandese. Appuntamento verso le tre del pomeriggio per quattro chiacchiere tra amiche ma FA CALDO: cosa potrò mai ordinare al bar, considerato che il caffè espresso è meglio evitarlo e i frullati locali (smoothies) sono un puro concentrato di zuccheri? (magari poi ne parliamo eh!)

Ho postato la domanda su Facebook. Solerti, gli amici italiani mi hanno risposto: un bel tè freddo e, voilà, problema risolto. Solo che qui il tè freddo non c'è. Per carità, credo che qualche schifezza confezionata si trovi pure, ma quando ormai sei abituata al gusto del “vero” tè, accontentarti di una bibita insapore è assai difficile. 
Arriva dunque l'ennesimo consiglio in tempo reale. Stavolta è di un amico italiano che vive a Belfast. L'indicazione è chiara: una bella birra, come non averci pensato prima?!
Ecco, a parte che io sarei quasi astemia (ho detto quasi!) scegliere di prendere una birra pone un nuovo problema.

Cambiare luogo dell'appuntamento.

E già, perché qui non è che se vai al bar ti possono servire una bevanda alcolica, neanche se avrà 4 o 5 gradi.

Dunque, bisogna dirottarsi verso un pub. Voi ce la vedete un'allegra combriccola di italiane dirette al pub, alle tre del pomeriggio, a stomaco vuoto e con 25 gradi (equivale a dire “ebollizione”, sul termometro del Nord Europa)? In Italia, una scena improbabile, ammettiamolo. 

Qui, no. Ecco, c'è poco da fare. 
Il sole non si sposa con il tè del pomeriggio, sarà per quello che sul Regno Unito le perturbazioni nuvolose sono permanenti. È per aiutare il folclore locale. 
Che, naturalmente, riesce a far convivere le due bevande senza problemi di sorta. Devi solo avere in dotazione genetica lentiggini, capelli biondiccio-rossi, carnagione diafana e uno stomaco di ferro. Madre natura per le prime tre mi avrebbe pure attrezzata ma niente, di bere Guinness alle tre del pomeriggio il mio stomaco non ne vuole sapere. Continua a sentirsi italiano, l'infido ospite del mio corpo, come devo fare?

venerdì 17 agosto 2012

Contromano

Sono quasi quattro anni che vivo a Belfast, ormai la potrei definire una seconda casa. Lo so, suona strano, stona, ma in fondo è così. Come quando ci si rende conto che un terzo della propria vita la si passa dormendo, difficile ammetterlo...

Non torno spesso in Italia e, dall'ultima volta, sono passati otto mesi. Inutile dire che il mio primo pit-stop è stato al supermercato: frutta, verdure e  insaccati... quanto mi mancano gli insaccati!

Monto sul motorino, lasciato in eredità a mio fratello insieme a Bruschetta, la mia 205. Dopo aver tristemente realizzato coi miei occhi che la macchina è definitivamente defunta, constato che pure il motorino è messo male (mai lasciare i propri affetti a persone non fidate).

Seguendo il dolce flusso del traffico cittadino tutto scorre liscio, ma basta un caffè (quant'è buono il caffè in Italia) bevuto nel bar un po' più in periferia, accompagnato dalle chiacchere con quell'amico che, anche se non lo senti mai, è il primo che vuoi vedere e riabbracciare, ed ecco che scatta l'errore! Giro la chiave, mi rimmetto in carreggiata e un deficiente mi si sta per schiantare contro invadendo chiaramente la mia corsia, la sinistra... Vabbuò ripiego in corner e condivido...

Drive carefully (always) and keep the right (in Italy)...

venerdì 10 agosto 2012

Belfastiani all'estero: Come andare in ferie a ferragosto evitando luoghi comuni e sovraffollamento


Ferie accordate nella famigerata settimana di ferragosto. E il mare non mi va proprio giù. E trovare un volo a poco prezzo è assolutamente improponibile. E non mi piacciono i viaggi organizzati, last minute, second o giù di lì. Allora, l'idea: andare a Merano per visitare i giardini Trautmansdorff. In auto.

Ma Merano è cara. Pure quando non ci si va a sciare. Visto che ormai il guidatore aveva accettato di farsi quei 1000 km ad andare e 1000 a tornare...visto che voli diretti per la Slovenia dall'Italia non ce ne sono, e visto che su Lubiana non c'era manco una guida alla Feltrinelli... bè, mi è sembrata la meta perfetta!!!

Inoltre, avremmo avuto la possibilità di fermarci lungo il percorso: all'andata, sosta e pernottamento ad Arezzo; al ritorno a Bologna.

Non voglio raccontarvi tutto il viaggio, al quale dedicherò magari un capitolo a parte, ma solo di Ljubljana. Tre aggettivi per descriverla: chic, bianca, culturale.

Piccolina, si gira in un paio di giorni, ma è una città dall'assoluto fascino, in stile Art Nouveau e Barocco, un gioiellino splendidamente conservato e a misura d'uomo.

Un lungo fiume pieno di vita: di giorno, con negozi e passeggio; di notte con localini, bar pub ristorantini, zeppi di giovani, di artisti, esposizioni, mostre, quadri all'aperto, attaccati lungo gli argini!

Musei d'arte moderna, palazzi dalle facciate originali, angoli verdi e la luce che si riflette sul bianco - colore predominante della città - con il triplice ponte a rappresentazione del centro e cuore e nodo nevralgico della città. Non sono riuscita a spiegare a nessuno, al mio rientro, la stranissima architettura di questo ponte, ma vi assicuro che è delizioso.

Da vedere anche il ponte dei draghi (il drago è il simbolo della città) e il ponte dei calzolai, il ponte più vecchio della Lubiana medievale.

Non si può dimenticare la sosta al Mercato di Plecnik, quotidiano: vi si vende di tutto, dalla frutta alle suppellettili all'abbigliamento, ma consiglio vivamente di fermarsi presso qualche banchetto che espone i prodotti tipici sloveni, fatti con il miele.

Io ho avuto la fortuna di acquistare due barattoli di miele, uno con crema di arancia e l'altro con crema di cocco (squisiti) e una bottiglietta di liquore al miele: se la materia prima vi piace, non fatevi sfuggire queste specialità!

Il Castello che domina la città, invece, è un po' deludente: è stato restaurato ma è diventato uno spazio espositivo. Bello il parco che si attraversa per arrivarci a piedi e suggestiva la funicolare per salirvi.

Ah, non dimenticate: per circolare sulle autostrade slovene è obbligatorio esporre la vignette, da acquistare prima del confine e che ha sostituito il pedaggio. Attenti: le multe sono frequenti!