martedì 29 maggio 2012

Knoeth & Newgrange: quattro pietre in fila

La contea Meath, o contea dei re, è un territorio dalla storia antica. Un paio di week end fa vi siamo stati per vedere la Boyne Valley, zona con i resti neolitici più importanti dell'Europa occidentale.

Si trova a 1 ora e 40 da Belfast ed è molto facile arrivarci. Il che già di suo è piuttosto strano perchè, sebbene nell'isola ci siano migliaia tra megaliti e dolmen, sono appena un centinaio i cartelli stradali che li indicano ai visitatori (il "piano viario nazionale" è ispirato alla mappa della Terra di mezzo).

Newgrange, Kneoth e Tara rivelano un'età dell'oro pre-celtica, precedente di 1.000 anni Stonenge e di 600 la piramide di Giza in Egitto; un periodo durante il quale vennero innalzati monumentali megaliti grazie ad una tecnologia e a conoscenze artistiche, scientifiche e astronomiche difficili da immaginare.
Potrebbe capitarvi di provare la sindrome di Stendhal, sebbene, da italiani come noi, è più probabile che ve la provochino i servizi offerti dal sito archeologico che i manufatti artistici.
Si può usufruire, infatti, di una navetta interna con i posti riservati per raggiungere Newgrange e poi Kneoth. La guida, in inglese, è inclusa nel prezzo del biglietto, 11 euro di convenienza.
Qualora dobbiate attendere un po' per il bus a voi assegnato, potrete approfittarne per visitare il museo interno o la caffetteria - sì, l'espresso è indecente, ma lo sapevate già.

Mentre eravamo sul posto non abbiamo potuto fare a meno di ascoltare il solito gruppo di italiani - non voi -  che, come prevedibile, denigrava le "quattro pietre in fila".

Sorvolando sul fatto che le pietre sono in cerchio e non in fila, e che non sono 4 ma migliaia, io e Laura abbiamo riflettuto su come siamo poco preparati ad un turismo diverso, che sia culturale o meno. Pronti a bearci sempre delle bellezze nazionali, non riusciamo a guardare oltre il nostro ombelico. Fieri del primato italiano, difficilmente riconosciamo il primato altrui o altri meriti, come quelli organizzativi, mentre potremmo imparare tanto. A ciò probabilmente si aggiunge la scarsa conoscenza della lingua inglese, che non ci permette di fruire dell'informazione offerta.

Noi abbiamo "tirato la pietra", voi cosa ne pensate?

venerdì 18 maggio 2012

Belfast e Dublino: un'Irlanda tutta da scoprire


Pubblico un post del 2009 al quale sono particolarmente affezionata. Qualche anno fa partivo più alla ricerca del futuro che di un luogo da visitare. Arrivai con Luigi in un'Irlanda diversa, in una città dal passato difficile, con molte promesse per il futuro.
Accettammo dunque la sfida e non possiamo dire di esserci pentiti!

Perchè l'Irlanda non è solo Dublino...


"Sono stata alcune ore in Irlanda. Quasi tre giorni in verità. Pare anche che ci tornerò. Comunque sia, sono stata in Ulster, Irlanda del Nord, e solo per un pomeriggio a Dublino. Che mi è sembrata caotica e trafficata, e battuta dalla grandine, pure se bella lo è.

Io, invece, sono andata a Belfast, città nota in passato per i Troubles, gli scontri tra nazionalisti e lealisti. Oggi, secondo il Sudafricano dell'ostello, è la seconda città più sicura al mondo.

Sarà, ma io ero partita molto più che prevenuta. E come la regola vuole, mi sono dovuta ricredere. La città è pacifica, tranquilla, piena di gente cordiale. Amichevoli, questi Irlandesi, ah però, anche se usano la sterlina e guidano storto.

Titanic Memorial 2012
Non che Belfa (come simpaticamente è stata rinominata) sia la città più bella del mondo. Però ha in cantiere un sacco di opere stupende, ed il brutto è che tu ci sei lì, vedi le gru, gli operai, i lavori e ci credi che finiranno nel 2012. W Sua Maestà, o comunque la si voglia chiamare da quelle parti.

Insomma, alla fine l'Irlanda è molto di più che Guinness, prati verdi e pub. Sembra che stare lì sia un po' come respirare una promessa. Di pace, in Ulster. Di rinascita. Di prosperità.

Vi terrò aggiornati e intanto, se dovesse capitare, un biglietto per Belfast pigliatelo: i murales da soli valgono il prezzo di andata e ritorno."

L.

domenica 6 maggio 2012

Vintage gaming lethal cocktail: Paracetamolo e Informatica

Qualche anno fa una ricerca dell' università di Cambrige scopriva che quanto più la tecnologia diventa "user friendly", tanto meno gli studenti di informatica sono preparati.
Quindi un computer rudimentale darebbe loro gli strumenti migliori per sperimentarsi senza rischiare di distruggere il nuovo iPad (peccato!).
Così nasce il Raspberry Pi, diventato oggetto del mio desiderio da quando ho letto le specifiche tecniche: 22£ di vetronite, silicio e stagno.
Ad aumentare la voglia di acquistarlo, due fattori:

  • tutto il "nerdume" da modder trovato in rete, di cui solo un informatico d'annata può subire il fascino;
  • l'esaurimento di tutte le scorte già in pre-vendita (350 mila pezzi), con una lunga lista d'attesa per la "prossima sfornata".

Dopo essermi messo in coda, non mi è restato che fantasticare sulle cose da fare con il mini-pc. Dalle applicazioni di domotica ad una internet radio, per finire con la riproduzione di un videogame da sala giochi degli anni 90,
il cosiddetto Arcade, ve lo ricordate? con la bruciatura di sigaretta sui tasti nonostante il cabinet avesse il posacenere incorporato (sembra paleolitico).

Ma in una di quelle giornate da racconti di Dickens, ammalato e abbandonato dagli affetti (Laura non mancherebbe mai ad un global market), un'idea ha risvegliato i miei sensi.
Possedevo già un dispositivo da hackerare: la Wii.
Ed è cominciata l' "operazione vintage gaming" per invecchiare la mia consolle di una ventina di anni. Vi avrei caricato quei giochi di cui avevo dimenticato il nome nonostante la valanga di gettoni spesi - chi sa se avrei potuto pagarci il mutuo.
Sono molto orgoglioso di presentarvi il risultato.
(Nelle immagini che seguono la scatola di paracetamolo farà le mie veci, per evitarvi lo shock del mio degrado estetico e testimoniare le avverse condizioni di salute).
Questa immagine compariva quando il gestore della sala doveva riavviare un videogioco bloccato (era lecito chiedere un gettone gratis)

Golden Axe lampeggia "Insert coin" prima ancora di avviarsi.

Vintage gaming: non morite dalla voglia di cambiare 1000 lire in gettoni?

Chiunque abbia mai fatto filone (marinato la scuola)  nel Vesuviano, avrà giocato a questo videogame da "Zi Catarì" a Pompei.