venerdì 1 febbraio 2013

Reinventando la ruota

Nonostante sia un "software engineer" -non traduco per non incappare in qualche tassa italiana sconosciuta- non mi ritengo un appassionato di tecnologia.
Quando mi viene chiesto se io lo sia, immagino un uomo primitivo accarezzare la propria clava.

Io la clava non la amo, al massimo la uso.

Anzi, trovo molto triste che alcuni annunci di lavoro nell'IT facciano esplicito riferimento alla passione per la tecnologia. Come se aver fatto la fila per comprare l'ultimo gadget possa essere  un valore aggiuto alla propria professionalità.

In generale, ritengo che la tecnologia digitale sia sopravvalutata.
I passi da gigante della produzione industriale degli ultimi 30 anni devono tutto alla letteratura informatica prodotta durante  la seconda guerra mondiale: sto parlando di Alan Turing, per chi lo conosce.
È lui che vi ha cambiato la vita, non i tablet. Ancor meno Steve Jobs, che semplicemente  ve li vende(va) ben confezionati.

Sembra il discorso di uno che rosica. Invece è quello di un "appassionato di scienze", questo sì, che combatte col telefono nuovo perchè per scrivere deve usare il touchscreen.

Comunque non pensate che ce l'ho solo con Steve Jobs. La mia idiosincrasia tecnologica ha radici lontane infatti, ritengo la ruota l'invenzione più sopravvalutata della storia. Molto meglio tronchi e carrucole se non hai ancora inventato la strada. Luigi

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