Ho deciso di regalarmi un profumo nuovo. Vabbe’, non faccio vita sociale – grazie pandemia – ma e’ lenitivo per l’anima indossare una fragranza.
Un po’ di shopping on line qui, un po’ li’… no, ma non puoi acquistare un profumo senza averlo mai annusato e poi - bam! La tranvata. E’ che Oscar Wilde aveva ragione: tu puoi crederti salvo e forte quanto ti pare, poi basta una nota di colore in un cielo mattinale, un odore che avevi dimenticato e che ti porta sottili ricordi, il verso di una lirica caduta nell’oblio, una musica che non suoni da tempo, insomma: da cose come queste dipende la nostra vita.
E la mia, per un certo periodo di tempo, e’ dipesa anche da una specifica acqua di profumo, Blu Notte di Bulgari. Era una sorta di malattia. Conservavo stick profumati nei libri e nei diari. Andavo in giro e ne spruzzavo generose quantita’ sui miei vestiti. Son arrivata al punto della nausea, per il profumo e per la persona che era solita indossarlo. Blu Notte fa parte della mia memoria olfattiva, insieme a Fahrenheit e a Chrome di Azzaro.
Poi c’e’ mia cognata. Vedo poco mia cognata, causa lontananza geografica, ma ogni volta che ci incontriamo non posso fare a meno di notare il profumo che indossa. Non vi nascondo che ne ho comprati diversi tra quelli che è solita usare tuttavia, come funzionano su di lei, su di me, mai. Mia cognata sembra sempre essere uscita da una nuvola odorosa, pure dopo una giornata di lavoro. Arriva, e lascia il segno. Anche nel mio portafogli, che in genere si alleggerisce un po’ al duty free sulla strada del ritorno. E pero’, non riesco mai a ottenere quell’effetto travolgente che - evidentemente senza neppure rendersene conto – ottiene lei.
Fortuna che mi avvio per i 40 e che ho imparato a tenere a bada le mie ossessioni. Non vado piu’ a impregnare pagine di diario con la scusa di voler comprare un regalo, non vado piu’ nelle librerie a leggere libri a scrocco e evito anche di stalkerare le persone per scoprire se possiedono vaporizzatori portatili per rinfrescarsi sulla strada di casa. Certe cose, vanno lasciate all’immaginazione…
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