Dunque, io mi fisso su delle
robe. Talvolta son personaggi inventati (leggi Thomas Shelby),
talvolta son autori (al momento la mia mania è Dan Savage, se non ve
ne foste accorti), talvolta son film, canzoni, libri, scritti di giornali (tipo, la rubrica "La prima cosa bella") e via discorrendo.
Una volta, i miei neuroni si
son incaponiti su un rompicapo, il pentominoes. Una matrioska di
fissazioni, tanto che vale la pena smontare e mostrare la bambolina
pezzo a pezzo.
La storia inizia circa 16
anni fa – non me ne vogliate, ma la data esatta è persa per sempre
– e inizia in un luogo nel quale son iniziate un sacco di altre
storie: l'Alta Irpinia. Cosa ci facessi in "vacanza" in un
paese del quale neppure sapevo il nome, con persone per lo più
sconosciute, a fine estate vestita leggera leggera a morire di freddo
è uno dei misteri che non ci accingeremo a risolvere in questa sede.
Fatto sta che mi trovavo in
quello che avrebbe potuto somigliare ad un bar-cornetteria, ma che
era più un'accozzaglia di sedie, tavoli minuscoli e drink analcolici
e nel quale si cercava un modo per tirar tardi perchè a 20 anni mica
puoi andare a letto come le persone normali? Certo che no: se non
saluti l'alba ogni week end non hai vissuto abbastanza.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVj81uMCRSAyV2dT5vHaaA5Hax5gQ9ApcWE6MrwIcySeQg7nLWwoaAc_EIG-nIG4zTPmg-69p0cAcVsCphuwmwAOi-lJc86IpDv2KeRAlCbJ-cxOrvttVJBD2yB_bubg7yufWGK6AY2OI/s320/WhatsApp+Image+2019-08-21+at+21.57.53.jpeg)
Si tratta di un passaggio
fondamentale questo. Già, perchè nella concitazione del momento –
studia una strategia, gira i pezzi, flirta, punta e rilancia -
dimenticai di chiedere come si chiamasse quell'arnese infernale. Non
c'era Google Lens, non avevo uno smartphone con me e quindi non avevo
la benchè minima idea di come fare a procurarmene uno, perchè cavoli: io
dovevo riuscire a fare incastrare i pezzi in quel quadrato di gioco,
era diventata una questione d'onore, ormai.
Ricordo di aver trascorso i
successivi mesi a cercare una pista qualsiasi per scoprire il nome
dell'oggetto misterioso, a cercarlo nei negozi, a casa della gente,
nelle ludoteche, ovunque. Ragazzi, senza gli aiutini della
contemporaneità anche risalire al nome di un gioco da tavolo era
un'impresa complessa. Ma le mie fissazioni non si
esauriscono nell'arco di una manciata di settimane. Ho una costanza e
una testardaggine che possono durare anni. E così, circa 14 o 15
mesi dopo, credo mi trovassi in Costa Azzurra o a Parigi – posti
più consoni ad una vacanza - fui premiata. E trovai il pentominoes,
questo il nome dell'oggetto misterioso. Lo comprai alla FNAC, insieme
ad un libro della Satrapi, altro grande amore dell'epoca.
Da allora, non ho mai smesso
di giocarci. Ho imparato a trovare la soluzione per il livello
principianti e per quello avanzato. L'ho portato con me nei vari
traslochi, di Paese in Paese. Qualche giorno fa, l'ho proposto a
Nadia, sicura che si sarebbe annoiata subito. Invece no. Si è
impegnata tantissimo e, con una concentrazione straordinaria per una
quattrenne, l'ha risolto in 25 minuti. 25 minuti. Senza aiuto alcuno.
Benvenuta nel club degli ostinati, figlia mia!
"È utile avere un’ossessione: ci distrae."
(Joan Fuster)
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