Mai lavorare con un tipo che ti piace.
Mentre mi osservavo nello specchio del bagno dell’ufficio, pensavo: mai lavorare con un tipo che ti piace. Anzi, mai farti piacere qualcuno al lavoro.
Perché poi tocca lavarsi i capelli un giorno sì e uno no, truccarsi, vestirsi bene, essere presentabile. Insomma: niente coda bassa, niente “tanto oggi non mi vede nessuno”. Una faticaccia.
Come se non bastasse, ti ritrovi pure invischiata in conversazioni di questo tenore:
Io: “Hai trascorso un bel weekend? Fatto qualcosa?”
Lui: “Weekend perfetto. Neanche una nuvola. Il sole splendeva. Come me. Sono andato a fare trekking.”
Io: “Ah. Io avevo il raffreddore.”
Lui: “Il trekking è come uno sport.”
Io: “Sport. Ah, ok.”
Lui: “Il panorama è un contorno. È la prestazione che conta. Ho coperto 30 km, domenica.”
Io: “Io ho preso tre scale mobili. Vale?”
Lui: “Quanti passi ha contato il tuo smartwatch nel weekend?”
Io: “Passi? Smartwatch?”
Lui: “Io registro tutto.”
Io: “E quando dormi? Ti sballa la media?”
Lui: “Non dormo fuori. Troppo complicato.”
Io: “Per la media…”
Lui: “No, perché non voglio portarmi pigiama, spazzolino…”
Io: “Ingombrano, eh?”
Lui: “Anche le asciugamani.”
Io: “Capisco. No, non è vero. Non capisco cosa ci trovi di bello. È faticoso, devi tornare a casa tipo Cenerentola dal ballo e stare attento a non perdere il ritmo, sennò si rovina la media. Mi sembra più rilassante venire in ufficio.”
Lui: “A proposito… ma il tuo ufficio non è laggiù in fondo?”
Io: “Ecco, stavo andando. Ma, se vuoi saperlo, io sono tipa da cemento. Asfalto.”
Lui: “Non te l’ho chiesto. In che modo sarebbe rilevante?”
Mai lavorare con un tipo che ti piace. Anzi, mai farti piacere qualcuno al lavoro.
Poi ti ritrovi a discutere di trekking alle otto del mattino con uno che considera il pigiama un ostacolo alla performance.
Tu speri in una scintilla, lui controlla i battiti cardiaci.
Domani, in ufficio: coda bassa e niente trucco.